Il caso Viganò (studio)

Esamina la tesi di Viganò, nel video seguente, Diego Fusaro:

Esattamente la citazione è al minuto 8 e 41 secondi:

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cit on
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“.. nel 2013 (secondo Cionci e Fusaro) non ha abdicato ma si è messo in sede impedita. Cosa vuole dire? Vuol dire che ha mantenuto il munus di San Pietro, ma rinunciando al suo esercizio, cioé il ministerium. Quindi Ratzinger è rimasto Papa (pontefice) e Bergoglio non è mai stato il Papa. Ora questo argomento che Cionci ha sviluppato egregiamente nel suo libro (Codice Ratzinger) ed io (Fusaro) ho sviluppato nel mio libro (La fine del Cristianesimo) è l’argomento vincente secondo me per riproporre la linea Ratzinger, cioé una chiesa alla globalizzazione nichilista, è la carta vincente.

E però abbiamo visto persone come Viganò, monsignor Viganò, che muovono delle critiche sacrosante a Bergoglio, ed hanno ragioni da vendere, però poi non accettano la tesi del “Codice Ratzinger” (il libro di Cionci), e cioé la tesi del fatto che Bergoglio non è il Papa.

Cito Viganò perché è una delle persone più in vista su questo tema. Qualcuno ha detto: ma Viganò non analizza le vostre teorie perché voi non contate nulla. Lui (Viganò) invece è un uomo della Chiesa che conta.

Beh, signori miei, in filosofia vince l’argomento, il logon didonai, quindi vince l’argomento, non l’autorità (ndr: nella scienza, e non semplicemente in filosofia, vince la logica e non il principio di autorità, quindi è la logica che “fa giustizia”).

La filosofia è democratica sotto questo profilo. Socrate trionfa, anche se non conta nulla socialmente, poiché Socrate ha il Logos. Quindi in filosofia vince la argomentazione (la capacità di ragionamento logico) non chi è più ricco, o chi è più in alto in una gerarchia ecclesiastica, e così via.

Oltre al fatto che quanto ad autorevolezza, non me ne voglia il monsignor Viganò, che forse almeno in questo .. non è socratico .. in quanto non ama il dialogo. Ma non ha prodotto -per quanto ne so- studi scientifici e monografie (ndr: Fusaro pensa che la autorevolezza si guadagna in proporzione al numero di pubblicazioni).

Quindi non ci si venga a dire che Viganò è più autorevole. Poiché l’autorevolezza in campo scientifico è produrre studi (pubblicazioni). Nel caso di Viganò non ne ho visti. Però ecco cosa succede, qual’è la nostra tesi?

La tesi mia (Diego Fusaro) e di Andrea Cionci: Noi abbiamo proposto un argomento inoppugnabile, quello della “sede impedita”, che Cionci per primo ha sviluppato, e che anche io ho ripreso e sviluppato nel mio libro. Questo argomento (secondo noi) è vincente.

I Bergogliani, evidentemente, non lo accettano (ndr: perché è un argomento contro Bergoglio) è evidente ‘perché gli fa cadere la casa’ gli fa cadere il palazzo, va bene.

Ma che quelli che criticano Bergoglio, come Viganò, non lo accettino .. questo è un mistero. Perché se l’argomento è sbagliato dovrebbero dirci ‘cari Cionci e Fusaro’ il vostro argomento (modo di argomentare) è sbagliato perché xyz, cambiate strada. Se invece è vero come riteniamo che sia dovrebbero farlo loro (farlo proprio, accoglierlo) e usarlo per potenziare la loro battaglia.

Il fatto, invece, che non lo citino nemmeno, non lo prendano neanche in esame, non lo discutano, facciano finta che non ci sia .. Cianci è stato addirittura bloccato su twitter da Viganò .. è un tema importante per cui la mia tesi è questa:

Non usano quell’argomento perché è l’argomento vincente.

Ma costoro (e la nuova domanda) lottano contro la chiesa di Bergoglio perché vogliono vincere? .. o fanno una critica che in realtà non vuole vincere?

Lukàcs nella “distruzione della ragione” parlava del grande hotel ABISSO. Immaginate un grande albergo, con le persone che dall’agio delle loro stanze si affacciano sul baratro per vedere, e poi ritornano comodamente dentro.

Quindi (ndr: ci sembra) una critica di conservazione (dell’esistente), addomesticata.

E’ detta modalità gatekeeping in inglese.

Cioé critico l’oggetto, però poi dico che non si può cambiare. Quindi la mia non è una critica, ma un elogio. Come quando Galimberti critica la tecnica, poiché inautentica, alienante, poi dice però non si può fare niente, bisogna accettarla.

Ma la stai criticando, o la stai in maniera indiretta glorificando? .. dicendo che è brutta ma non si può cambiare.

E’ questo è un argomento (un modo di argomentare) che noi (ndr: ci sembra)  sia usato nel caso Viganò.

Viganò critica bene Bergoglio, però poi non usa l’argomento vincente, quindi ci dice Bergoglio è il Papa e bisogna rispettare le cose così come sono.

Questo è il punto. E’ un po’ come una partita di scacchi in cui stai giocando, stai giocando bene, due potenziali amici ti suggeriscono la mossa per fare scacco matto, e tu non li stai a sentire, alzi un muro, e lasci che ti faccia scacco matto l’avversario. […]

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cit off
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La polemica si sviluppa con i sostenitori di Viganò nel video seguente:

Commento (6 viola):

Il ragionamento di Fusaro nel domandarsi perché Viganò non usa la carta di criticare Bergoglio sul fatto che “Bergoglio si sia insediato tramite la sede impedita” è semplice:

Se Viganò usasse quell’argomento sarebbe nella possibilità di essere scomunicato, quindi si attuerebbe il paradosso che non potrebbe lottare da dentro, ma dovrebbe lottare DA FUORI dalla chiesa intesa come clero, (ndr: la chiesa andrebbe considerata come “comunità dei credenti”).

L’attacco è quindi solo sia dottrinale, citando i vangeli, e sia politico, citando le eresie come benedire gli omosessuali, o i deviati sessualmente (nelle tipologie di Sodoma e Gomorra).

Noi, che studiamo Cristo, non abbiamo il problema di Viganò, che si configura nella pretesa di potere portare una critica senza essere espulsi.

I cristiani, oggi, sono già un corpo estraneo alla società contemporanea.

Nella situazione di due liquidi che non si possono miscelare: acqua e olio nello stesso recipiente.

Tuttavia noi siamo il lievito per tutto l’impasto della farina.

Siamo il sale che da sapore al cibo, materiale, mentale, spirituale.

Nel nostro benedire coloro che ci maledicono, e sapere amare anche i nemici, quando gli auguriamo di cambiare vita .. a chi ci fa del bene .. facciamo del bene .. a chi ci fa del male .. facciamo ugualmente del bene .. poiché noi scegliamo di fare del bene a TUTTI, poiché il giudizio spetterà a Dio, e noi dobbiamo insegnare l’amore che è amare gli altri come se stessi. Un amore spirituale, in primis, poiché se ANCHE l’amore intellettuale o l’amore carnale non fosse in primis spirituale sarebbe una cosa molto triste.

Grazie dell’occasione.

AGGIORNAMENTO del 20 dic 2023, ore 11.48:

BENEDIZIONE COPPIE GAY. NASCE IL VANGELO DI SATANA! (di don Minutella)

AGGIORNAMENTO del 20 dic 2023, ore 12.02

L’una cum Sismografo chiude (e fa bene) con articolo surreale: è colpa del Papato, non di Bergoglio

AGGIORNAMENTO 20 DIC 2023, ore 16.11

link all’articolo di Blondet: https://www.maurizioblondet.it/rivolta-generale-ecclesiale-contro-la-benedizione-di-bergoglio-ai-kulatons/

Rivolta generale ecclesiale contro la benedizione di Bergoglio ai kulatons

AGGIORNAMENTO 21 DIC 2023, ore 11.02:

Commento (6viola):

L’ala politica che fa capo al giornalista Francesco Toscano, continua la sua “battaglia” in favore della regolare elezione di Bergoglio, nonostante sia un sostenitore di Viganò che critica Bergoglio:

Nel video qui sopra, che stiamo commentando, si affida alle interpretazioni di Daniele di Sorco, che dopo una introduzione di 5 minuti e 35 secondi, senza citare né Andrea Cionci e il suo testo (di Cionci) “Codice Ratzinger” esamina la tesi di Cionci, spiegando che:

“nei codici e nel diritto canonico non vi è (secondo Sorco) una definizione esplicita” (minuto 8 e 12 secondi del video).

Ad esempio nel canone 1384 noi leggiamo:

Colui che svolge in modo illegittimo il *munus* sacerdotale, o un altro *sacro ministerium* […]

Quindi vedete che in questo caso le parole munus e ministerium sono sinonimi. Cioé colui che esercita la carica sacerdotale o altro ministero sono usate come sinonimi.

Ancora noi vediamo nel canone 1740. […]

Attenzione perché i sinonimi non hanno il significato perfettamente identico. Poiché ..

(1)

definizione di munus:

“connota la carica, il potere, l’autorità, dal punto di vista della causa efficiente. In latino munus significa ‘DONO’, qualcosa che viene ricevuto. Quindi è una autorità che mi viene data.”

(2)

definizione di ministerium:

“deriva da amministrare, quindi da esplicitazione di un servizio. Quindi è una autorità che colloca rispetto alla causa finale.

Suggerisce Sorco una interpretazione secondo la linguistica contestuale (Chomsky) che nel canone vaticano è il numero 17.

Se noi prendiamo il testo della rinuncia di Benedetto XVI (Ratzinger). Egli dice:

“Io dichiaro di rinunciare al ministero di vescovo di Roma, successore di San Pietro, in modo tale che (ita ut) a partire da tale giorno e ora (abbreviazione del testo) la sede romana, sia vacante, e venga convocato un conclave, e venga eletto un nuovo sommo pontefice. Quindi è evidente dalle parole che seguono le espressioni della rinuncia quale sia la vera intenzione del Papa (il pontefice Ratzinger).”

Ora vediamo la tesi di Cionci in dettaglio:

E’ allucinante di come nel video attuale Cionci spiega a partire dal pontificato di Paolo VI le mosse della massoneria che si infiltra in vaticano, quindi va seguito -il video- dall’inizio.

Per quello che a noi interessa (la interpretazione del nuovo canone sulla abdicazione di un pontefice) citerò solo la parte finale citando il timing del video:

minuto 12.30
secondo il nuovo canone (scritto da Ratzinger, che quindi lo conosceva bene e lo gestisce nella sua -di Ratzinger- abdicazione in sede impedita) l’abdicazione del pontefice deve avvenire a norma del canone che prevedeva di *rinunciare al munus*. nel 96 (universis dominicis gregis) specifica l’articolo 76 e 77 “la rinuncia del pontefice deve avvenire a norma del canone 332.2″, quella che impone la rinuncia al munus petrino“. Se questo non è avvenuto l’elezione (ndr: del successore) è nulla ed invalida. Nel 2013 si sbaglia (Ratzinger) e dichiara di rinunciare al ministerium? Ma vi sembra plausibile? .. dopo che l’ha inserita LUI (Ratzinger) nel diritto canonico? .. dopo che l’ha ribadito con la universis dominicis grecis nel 96? .. nel 2013 si sbaglia? .. accidenti! .. siccome era un po’ modernista .. un po’ hegeliano .. come dice monsignor Viganò .. non avevo capito bene quale fosse il ruolo del Papa .. nella declaratio scrive ministerium! Ops comunque sia che sia stato per un errore o una svista .. Bergoglio NON è il Papa, perché io (Ratzinger) non ho abdicato al munus a norma del canone 332.2.

Dice Cionci: sfido chiunque a contestare queste considerazioni improntate alla PURA LOGICA.

AGGIORNAMENTO 25 DIC 2023, ORE 16.27

Il giornalista Francesco Toscano, non sembra che si sia rassegnato alla spiegazione di Andrea Cionci, e quindi ha invitato un esperto di diritto canonico per verificare quale siano i punti deboli, da un punto di vista della LOGICA, delle argomentazioni di Cionci.

Qui di seguito il video:

titolo:

Francesco Patruno: “Bergoglio è antipapa per ragioni molto diverse da quelle individuate da Cionci”

Commento (6 viola):
Nel correre in soccorso a Viganò, dunque si conclude che non sarebbero fondate le tesi del diritto canonico, ma invece le argomentazioni dottrinali.

A noi risulta -invece- debole la argomentazione del canonista Patruno, che con paragoni storici afferma che Ratzinger non fosse “in sede impedita”.

  1. Perché fu Ratzinger ha fissare la formula di rinuncia al munus, oppure (vel) al ministerium, e quindi sapeva bene che non aveva rinunciato al munus.
  2. Perché c’era un fatto che gli impediva di esercitare il pontificato: quello stesso fatto che portò alla morte di Papa Luciani, che affrontò la massoneria che si era infiltrata in Vaticano, e che portava che “nessuno poteva comprare o vendere”. Era stato -Ratzinger- minacciato con la cessazione dello SWIFT, la parte della gestione economiche del vaticano. Chi non fosse al corrente del fatto del ricatto per cui Ratzinger se ne doveva andare .. verifichi se con l’avvento di Bergoglio fu ripristinato l’accesso allo SWIFT.

cito:
https://www.italiaoggi.it/news/benedetto-si-dimise-per-obama-2588952

«Il diavolo in Vaticano ha agito contro Benedetto XVI». Così Georg Gaenswein, arcivescovo-segretario di papa Joseph Ratzinger fino alla sua morte, in un’intervista a Ezio Mauro su Repubblica. Da prelato prudente, Gaenswein non fa nomi. Ma la sua denuncia è talmente clamorosa che, inevitabilmente, molti si chiedono chi sia questo diavolo, che nome abbia, e se sia un solo diavolo o più di uno. Sul web, mi hanno incuriosito alcuni interventi, soprattutto uno basato su una testimonianza personale.

Mi riferisco al generale in pensione Piero Laporta, che sul proprio sito e su Stilum Curiae dell’ex vaticanista Marco Tosatti ha postato il 3 gennaio un articolo intitolato: «La cerchia romana (e Usa…) che voleva far dimettere Benedetto».

Di questa cerchia, in base a ricordi personali di Laporta, facevano parte «un emissario di primo piano del governo Usa, con le mani in pasta nella finanza (dove è ancora) e nella politica italiana, e un personaggio dei piani alti della National Security Agency (Nsa) che andava vantandosi delle dimissioni alle quali presto sarebbe stato costretto Benedetto XVI, mentre scorrevano le prime settimane del suo pontificato. Lo fece con disinvoltura e protervia, dalla quale trapelò il disegno persino al di sopra della sua pur potentissima organizzazione». Un’allusione alla Casa Bianca.

Ratzinger è stato eletto papa il 19 aprile 2005 e si è dimesso il 28 febbraio 2013. Dunque, per il generale Laporta, già nel 2005 vi era un diavolo americano all’opera per far dimettere il papa appena eletto, che lavorava ai piani alti della Nsa, un braccio armato del governo Usa, considerata più potente della Cia.

Ma perché un papa come Ratzinger era considerato un ostacolo da eliminare per gli Usa? In fondo, era soprattutto un teologo che per 24 anni aveva retto in Vaticano la Congregazione per la dottrina della fede, un conservatore sul piano dottrinario, ma del tutto estraneo alle dispute politiche mondiali di quell’epoca.

Qualcosa di più, sotto quest’ultimo aspetto, è venuto alla luce solo anni dopo, quando nel 2020 lo scrittore Peter Seewald, autore di «Benedetto XVI. Una vita» (Garzanti), ha rivelato per la prima volta alcuni giudizi di Ratzinger su leader politici mondiali. Si scoprì così che Barack Obama, presidente Usa dal 2009 al 2017, aveva lanciato e portato avanti idee che il papa «non poteva condividere». Da presidente, e prima ancora da dirigente di primo piano del partito democratico Usa, Obama è stato l’antesignano dei «nuovi diritti» in materia sessuale e delle aperture legislative necessarie. Una linea ritenuta progressista, perseguita dalle élites Usa già nel 2005 (compresa la Nsa), e messa in atto da Obama durante il suo mandato, affiancato dal favore dei media mainstream e dal movimento Lgbt, che l’ha esportata in Europa. Una linea, però, bocciata da Ratzinger in quanto «relativista», in contrasto con la dottrina cattolica. Non a caso, nel mondo progressista e pro-Lgbt, Obama è stato usato come un controcanto di Ratzinger: l’ex presidente Usa indicato come un politico che «irradia speranza», mentre il papa tedesco, «preso dalla paura, vuole limitare il più possibile la libertà delle persone per imporre un’era di restaurazione». Per questo, come diceva a Roma l’agente della Nsa citato dal generale Laporta, un ostacolo culturale da eliminare fin dal 2005.

Le dimissioni di Ratzinger, annunciate a sorpresa, risalgono al 28 febbraio 2013. Il papa le giustificò con gli affaticamenti fisici della vecchiaia (ingravesciente aetate), ma in molti rimase il dubbio che la vera causa fosse un’altra, non detta. Ipotesi che trovò conferma in un articolo del sito belga Media Press Info del 5 aprile 2015, in cui fu rivelato che, nell’ambito del sistema Swift, che regola le transazioni di 10.500 banche nel mondo, distribuite in 215 paesi, «nei giorni che precedettero le dimissioni di Benedetto XVI nel febbraio 2013, tutte le transazioni della banca del Vaticano, lo Ior, furono bloccate. E senza aspettare l’elezione di papa Bergoglio, il sistema Swift è stato sbloccato subito dopo le dimissioni di Benedetto XVI». Aggiungeva Media Press Info: «C’è stato un ricatto venuto non si sa da dove, per il tramite di Swift, esercitato su Benedetto XVI. Le ragioni profonde di questa storia non sono state chiarite, ma è evidente che Swift è intervenuto direttamente nella direzione degli affari della Chiesa».

(continua)

https://www.italiaoggi.it/news/benedetto-si-dimise-per-obama-2588952

AGGIORNAMENTO 17 GENNAIO 2024:

Intervista al giornalista Cionci su byo blu:

LA SEDE IMPEDITA DI PAPA RATZINGER, ANDREA CIONCI REPLICA ALLE CRITICHE DEL CANONISTA

link diretto: https://www.byoblu.com/2024/01/26/la-sede-impedita-di-papa-ratzinger-andrea-cionci-replica-alle-critiche-del-canonista/

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