6viola:
Vogliamo “presentare” un articolo, secondo NOI, Viola, molto importante:
Naturalmente lo potrete leggere al link precedente, ma ne vorremmo fare un rapido riassunto:
Nella LOGICA di 6viola, e cioé tu sei viola (anche se ancora non lo sai) ..
Non esiste la deformazione percettiva del complottismo, ma l’analisi dei COMPLOTTI, che non sono una interpretazione surreale, ma una esposizione delle PROVE laddove vi siano complotti in atto per sovvertire la organizzazione della società, non solo in ITALIA, ma sullo scenario MONDIALE.
Le persone spesso, per non uscire dai luoghi comuni che la mass mediologia impone, RIPETE ciò che sente da ogni telegiornale e ogni canale tv.
Tutta la nostra società ci EDUCA a NON avere “pensiero CRITICO”.
Il pensiero critico non è la “bastian contrarieria”, ma a cercare ciò che sarebbe condivisibile e perché, e ciò che non lo sarebbe e perché.
Ecco la ragione per cui segnaliamo l’articolo di Francesco Cappello.
Per il semplice fatto che segnala fatti di cui relaziona il legame con le PROVE di ciò che dice.
Secondo NOI, Viola, infatti serve un CLN, un comitato di liberazione nazionale, che smonti l’allontanamento dalla azione politica, che ci ha consegnato alle iniziative di un cartello delle destre contrapposto al cartello delle sinistre, che però non separa questa occupazione del PARLAMENTO dall’essere, per tutte le forze parlamentari, a prendere direttive contrarie agli interessi del POPOLO SOVRANO.
Da ciò oramai circa il 50% della popolazione si rifiuta di votare!
Non potremo avere un ritorno alla politica con un colpo di bacchetta magica, ma comprendendo perché serve un CLN.
Le nostre storie sono molto diverse tra loro, ma dobbiamo unirci trovando le ragioni per cui dovremmo rappresentare gli interessi di TUTTI, che non siano egoismo, ma altruismo.
Se non lo faremo osserveremo passivamente quell’80% degli ITALIANI che si “fidano” di un farmaco sperimentale offerto come “vaccino” mentre era noto che era un farmaco sperimentale che toglieva il diritto al lavoro a chi non si piegava ad assumerlo.
Nella storia d’ITALIA, direi persino dalla preistoria, non si era mai avuta la eventualità che chi avesse “responsabilità di governo” potesse derogare a informarsi se le sue azioni potevano sterminare la popolazione.
I documenti sanitari e la statistica conferma che si sono avuti aumenti per tutte le cause nei decessi.
Si potrebbe pensare che non c’è nesso tra la introduzione della FINTA VACCINAZIONE e la morte in aumento. Ma il nesso c’è non solo quando veniamo fuori da 4 anni di sperimentazione sulla popolazione, ma si sapevano gli effetti avversi anche PRIMA, poiché per almeno 10 anni il dottor Fauci ha lavorato a quello che è detto “gain of function”. Quell’aumento di dannosità (guadagno di funzione) eseguito come “studio” gli fu impedito di poterlo continuare in USA. E Fauci spostò in modo occulto la sperimentazione in Cina.
Gli intellettuali che uniscono i fatti tra loro (come punti in un disegno) hanno chiaro che si sta implementando il progetto Malthus, in molti modi diversi .. qui sopra abbiamo accennato nella “modalità sanitaria” di implementazione di Malthus.
Il fatto storico:
https://it.wikipedia.org/wiki/Malthusianesimo
maggiori informazioni:
patologie indotte dagli pseudo_vaccini contro covid19 creando danno anziché cura (studio)
Ma è noto, anche, che non è la unica modalità. Chi vorrà studiare le varie metodologie troverà articoli sull’attuale blog.
Per ora vi offriamo l’inizio dell’articolo di Francesco Cappello:
al link:
https://www.francescocappello.com/2024/02/19/repressione-democratica/
Repressione Democratica
Con una mano aiutiamo a sparare sui bambini e le loro famiglie con l’altra li curiamo amorevolmente. Questo è legale. Se manifesti contro il genocidio sei fuorilegge
A seguire le parole del Ministro della Difesa Guido Crosetto in una nota stampa a commento dell’arrivo in Italia, dall’Egitto, del volo militare, con a bordo 11 piccoli pazienti destinati alle strutture sanitarie nazionali e 14 accompagnatori [1]:
Benvenuti in Italia! Al termine dell’operazione saranno circa 100 i bambini con le loro famiglie che saranno curati nei nostri migliori ospedali pediatrici. Sono vittime innocenti di questa guerra. Vogliamo fare di tutto per alleviare le loro sofferenze. Siamo stati i primi a portare aiuti alla popolazione civile di Gaza. Abbiamo inviato una nave ospedale, siamo pronti a installare un ospedale da campo e continuiamo con il ponte aereo per portare minori palestinesi in Italia e curarli nei nostri ospedali. Siamo amici di Israele e lavoriamo per l’unica scelta di pace possibile che prevede due popoli e due Stati.
Leggendole, risulta inevitabile pensare al coinvolgimento, ormai strutturale, del nostro Paese nelle operazioni belliche israeliane su Gaza.
Da vent’anni li aiutiamo a compiere i peggiori crimini [2]. La cooperazione tra l’industria militare italiana e quella israeliana è stata, infatti, ratificata dal terzo governo Berlusconi che codificò un precedente accordo generale nella forma di memorandum di intesa, risalente al 2003, sulla cooperazione militare tra Italia e Israele, con la Legge 94 del maggio 2005.
Facile ipotizzare che quegli stessi bambini siano stati feriti da armi ed esplosivi italiani come ad esempio nel caso dei cannoni prodotti in Italia dall’OTO Melara e venduti ad Israele. A confermarlo il tenente colonnello Steven, ufficiale in forza alla terza flotta della Marina Militare israeliana che specifica come: “La maggior parte dei sistemi d’arma (impiegati n.d.a.) è stata prodotta da industrie israeliane, eccetto i cannoni da 76mm, che sono stati prodotti invece dall’azienda italiana OTO Melara”. Nel 2016 gli Stati Uniti hanno investito 100 milioni di dollari per dotare le Sa’ar, le moderne corvette israeliane, con i cannoni Oto Melara. A precisare le letali caratteristiche di queste armi, fornite a Israele dal nostro Paese, il peace researcher Antonio Mazzeo:
“Gli OTO Melara 76/62 sono cannoni multiruolo prodotti dall’omonima società del gruppo Leonardo SpA con quartier generale a Roma e stabilimenti a La Spezia e Brescia. Questi strumenti bellici sono caratterizzati da una cadenza di tiro molto elevata, soprattutto nella versione Super Rapido (120 colpi al minuto), per la ‘difesa’ antiaerea e anti-missile e il bombardamento navale e costiero. La loro gittata massima varia dai 9 ai 20 chilometri di distanza. Hanno un’altissima capacità di fuoco grazie alle differenti tipologie di munizioni utilizzate (perforanti, incendiarie, a frammentazione, ecc.), contro sistemi missilistici a corto raggio, aerei, navi ed obiettivi terrestri“.
Ritornando alle parole di Crosetto, encomiabile quella che il ministro indica come “l’unica scelta di pace possibile che prevede due popoli e due Stati”. Ci chiediamo allora come mai il nostro Paese non abbia ancora riconosciuto in modo bilaterale lo Stato di Palestina entro i confini del 1967, come hanno già fatto 139 Paesi. Si tratta di più dei 2/3 dei membri delle Nazioni Unite. Non potrebbe il nostro Crosetto, animato da così buone intenzioni, farsene promotore? Oltretutto l’assemblea delle Nazioni Unite, sin dal 2011, ha già riconosciuto lo Stato di Palestina come stato non-membro con statuto di osservatore, senza diritto di voto; lo ha fatto con il sostegno di 137 paesi a favore e 9 contrari (vedi L’Italia riconosca lo Stato di Palestina)[3]. Ci perdoni Crosetto se malignamente ci viene da pensare che se l’Italia non spinge decisamente nella direzione da lui auspicata è anche perché ad ENI è stato concesso dallo Stato di Israele il diritto di sviluppo delle riserve di gas marino nel mare di Gaza e che “solo gli Stati sovrani hanno diritti sulle zone marittime, compresi i mari territoriali e le zone economiche esclusive, nonché di dichiarare i confini marittimi”… (vedi Genocidio con furto. Nel mirino i corvi e gli avvoltoi dell’ENI che volteggiano su Gaza Marine).
Crosetto afferma anche che siamo stati i primi a portare aiuto alla popolazione di Gaza. Ebbene non è bello dover constatare come l’Italia, insieme a Canada, Australia, Regno Unito, Finlandia, Paesi Bassi, Germania, Giappone e Austria, abbia immediatamente partecipato al taglio dei finanziamenti dell’UNRWA (l’agenzia delle Nazioni Unite per gli aiuti ai palestinesi), predisposto dal Dipartimento di Stato degli Usa solo perché Israele sostiene, senza alcuna prova documentale, che l’agenzia sarebbe infiltrata da operatori sospettati di essere coinvolti negli attacchi di Hamas del 7 ottobre. A nulla è valso il licenziamento dei 12 dipendenti che Israele ha indicato come colpevoli; i tagli che ne sono seguiti impediscono all’agenzia di operare l’attività di assistenza umanitaria che garantiva quel pò di cibo, acqua e prima assistenza che si riusciva a far arrivare a centinaia di migliaia di persone nella striscia di Gaza. Ostacolare l’assistenza umanitaria, non solo uccidendo, ad oggi, più di 150 operatori dell’Unrwa, ma anche facendo mancare le risorse per gli aiuti ai palestinesi, potrebbe facilmente configurarsi come una chiara compartecipazione agli atti genocidiari in corso.
Facile sospettare che l’Unrwa sia stata presa di mira essendo una delle maggiori fonti delle prove documentali nel processo intentato dal Sudafrica presso la Corte internazionale di giustizia contro Israele. Il 26 gennaio, infatti, la Corte ha stabilito la plausibilità delle accuse di genocidio contro Israele e che il processo aperto dal Sudafrica debba continuare.
Italia collaborazionista
La decisione preliminare della Corte di Giustizia dell’ONU dello scorso 26 gennaio con l’imposizione di misure cautelari è stato, infatti, un primo risultato dell’azione giudiziaria voluta dal Sudafrica ed è già giuridicamente vincolante. In attesa della sentenza definitiva, la Corte ha disposto misure provvisorie alle quali Israele dovrebbe attenersi, anche se il tribunale di giustizia non ha alcun potere che gli permetta di vigilare sulla loro effettiva attuazione. Tale decisione impone obblighi giuridici non solo a Israele ma anche a stati terzi eventualmente coinvolti nell’azione in corso a danno dei palestinesi che avranno ora l’obbligo di osservare le misure cautelari imposte dalla Corte per prevenire atti genocidiari nella Striscia di Gaza. Multinazionali che intrattengono commerci d’armi ma anche Stati che cooperano in qualsiasi forma con Israele, rispetto alle azioni in corso a danno dei palestinesi, rientrano tra coloro che dovranno rispettare tali misure.
Sono ora ben tre i motivi di complicità dell’Italia (vedi Italia collaborazionista?) con i crimini che Israele sta compiendo a danno del popolo palestinese:
la cooperazione militare con Israele (vedi Da vent’anni li aiutiamo a compiere i peggiori crimini), la partecipazione del nostro paese al taglio dei finanziamenti dell’UNWRA, il tentato furto del gas palestinese (vedi Genocidio con furto. Nel mirino i corvi e gli avvoltoi dell’ENI che volteggiano su Gaza Marine).
Stop al genocidio
(continua l’articolo al link seguente):
https://www.francescocappello.com/2024/02/19/repressione-democratica/
su telegram il CLN Oggi:
https://t.me/clnoggi
sul web CLN Oggi:
https://clnoggi.it/