Dice Giovanni sui gruppi di discussione:
Giovanni
4 set 2024, 20:32:03 (7 giorni fa)
a free.it.scienza.fisica (senza troll e senza spammer)
L’interferometro di Sagnac (che ho già in passato dimostrato essere in realtà l’interferometro di MM “acceso” e quindi funzionante) e il treno di Einstein
(dove il rivelatore è in realtà il treno di Einstein e quindi il punto di osservazione del capotreno Alice) sono la stessa cosa eppure:
– Einstein sostiene la simultaneità relativa dei 2 noti eventi per l’omonimo suo treno, e quindi la simultaneità dei 2 noti eventi per il capotreno Alice e la non simultaneità dei 2 noti eventi per il capostazione Bob.
Per l’uguaglianza di cui sopra che ho appena individuata:
– Einstein dovrebbe allora sostenere la simultaneità relativa dei 2 noti eventi anche con riferimento all’interferometro di Sagnac, ed invece gli einsteniani sostengono la non simultaneità dei 2 noti eventi con riferimento al laboratorio e quindi con riferimento al capostazione Bob, e la non simultaneità dei 2 noti eventi anche con riferimento al rivelatore del medesimo interferometro di Sagnac, e quindi con riferimento al capotreno Alice
Il che è una evidente contraddizione:
– per lo stesso sostanziale esperimento cioè, gli einsteniani sostengono la simultaneità relativa per il treno di Einstein e la non simultaneità assoluta per l’interferometro di Sagnac, interferometro di Sagnac che, ripeto, è semplicemente una diversa versione del treno di Einstein.
Giovanni.
—
Rispondo (Lino: vedi https://6viola.it/) oppure qui di seguito:
NON si può comprendere l’arresto nella “logica della scoperta scientifica” nel testo di Popper .. se non si capisce che esaminare le ipotesi di fondazione della teoria della relatività generale di Einstein, solo contro la LOGICA.
Einstein suppone che un corpo che si avvicina ad una sorgente di un segnale (nel nostro caso elettromagnetico, come la luce) misura la stessa velocità del segnale “c”, sia appunto che sorgente e ricevitore sono in avvicinamento e sia che sorgente e ricevitore siano in allontanamento.
Con questo postulato anche detto che “si misura sempre lo stesso valore di v=c, per la luce, da qualunque sistema inerziale”, si sono distrutte le BASI di FONDAZIONE DELLA FISICA, se le BASI erano nella LOGICA. E cioè spiegare ogni fenomeno in base al principio di “causa ed effetto”.
Come è stato possibile che per circa 100 anni la fisica non abbia compiuto il “carattere autocorrettivo della SCIENZA”?
Quello che sto citando è il sottotitolo dell’opera “LOGICA DELLA SCOPERTA SCIENTIFICA” di Popper già sopra citata.
A mio avviso, Ing. A.M. Pasquale Tufano, è per avere introdotto il “paradosso dei gemelli”.
In detto paradosso, persino il tempo NON scorre allo stesso modo quando varia la velocità del sistema da cui si misura il tempo.
Purtroppo per Einstein -però- si possono trovare le ragioni per questa deformazione della misura nel fenomeno della misura del tempo:
1) Il paradosso non è nella fisica finché non si specifica tra quali sistemi, siano S1, ed S2 (ad esempio la Terra, e un aereo) si sta misurando.
2) Il paradosso non è nella fisica finché non si specifica perché invecchia meno il gemello “più veloce” rispetto ad S1 (la Terra), poiché preso l’aereo come sistema inerziale è la Terra che è in moto rispetto ad S2. (E’ lo stesso fenomeno per cui la stazione ferroviaria è in moto rispetto al treno che passa, ma è preso come sistema fermo e la stazione ferroviaria in movimento).
3) questi “paradossi” si risolvono facilmente introducendo un sistema di riferimento S3 da cui misurare sia S1 che S2.
Infatti nella soluzione di Schwarzschild delle equazioni alle derivate parziali di Einstein nella forma di Ricci Curbastro e Levi Civita, Sch. misura tramite un sistema “terzo” della variabile “s”.
La variabile s rispetto a cosa fa riferimento?
E’ un sistema inerziale, chi studia il nostro universo (rispetto alla teoria di Everett degli universi bolla) che prende a riferimento il centro della bolla di U1 (il nostro universo).
Quindi in analisi numerica il nostro universo può essere descritto NON in un continuum, come pensava Einstein, ma alle differenze dovute al campionamento tra un instante di campionamento ed il successivo.
In tal modo v=costante nella espressione:
t=tau/sqrt(1-v^2/c^2)
di modo che non dipende più da v, che sia pensata “variabile”, ma da v: pensata costante durante ds.
Altrimenti t sarebbe funzione di v e v sarebbe funzione di t (essendo una velocità spazio/tempo) e dunque avremmo generato un loop non calcolabile.
Abbiamo quindi introdotto un errore di misura: poiché per misurare una velocità non può esistere un intervallo di tempo=0, ma un intervallo magari piccolo a piacere, mano zero.
Da un diverso punto di vista lo spazio a 4 dimensioni, 3 di spazio e 1 di tempo rimane una quadri-dimensione, e quindi un vettore “ortonormale”, solo immerso nelle ipotesi fisiche di misura introdotte dalla analisi alle differenze finite, altrimenti avremmo che la luce non cambia mai di frequenza ed è quindi nel suo viaggio “immortale”.
La luce invece “invecchia” (red shift) poiché perde di energia in parte assorbita dal finto vuoto, che non è mai perfettamente vuoto, e questa è una delle “aporie”(contraddizioni in base alla LOGICA) del sistema teoretico di Einstein. Quindi cambia di frequenza!
c=lambda/T
Dunque se varia lambda e lasciassimo T=costante avremmo che c varia.
Ma T è pensato variare con lambda che si allunga, e rispetto al periodo dell’onda sia allunga lambda e si allunga pure T: quindi non è vero che -nella fisica- la luce è costante ma è un “muta-forma”.
Per misurare c la analisi numerica osserva -quindi- una variazione che può anche superare la velocità della luce standard, come esce dalle stelle ordinarie, che non siano una esplosione di collasso di due stelle di neutroni, oppure un black hole (BH).
maggiori informazioni:
https://6viola.it/perche-la-cina-epistemologia/