Ma quant’è chic l’aborto satanista per Cosmopolitan? (di Valerio Savioli) sul Blog di Blondet

Ci troviamo di fronte a uno di quegli articoli non casuali che non puntano esclusivamente a un fatto di cronaca, non vogliono raccontare ma piuttosto promuovere un determinato punto di vista.

Un aspetto per nulla nuovo entro il cosiddetto mainstream in cui il tema del satanismo e Lucifero, inteso come figura di ribellione rispetto a un sistema dominante cominciò ad emergere negli anni Settanta[2] e già molte e blasonate testate gli hanno, anche recentemente, dedicato ampio spazio: dalla BBC[3] al The Guardian[4], dall’Huffington Post al Daily Mail e USA Today; tra questi risulta molto interessante il pezzo del Guardian in cui un entusiasta Benjamin Lee riporta compiaciuto la visione del documentario Hail Satan sul Satanic Temple: “Il documentario rivelatorio dà un raro sguardo ai valori progressisti del Tempio satanico nel difendere il diritto all’aborto e nel combattere contro coloro che hanno cercato di inserire convinzioni religiose nella struttura della legge.”

Ma a chi fa riferimento questa clinica che ha sede in New Mexico[5]? All’appena menzionato Satanic Temple (TST)[6], un’organizzazione religiosa fondata in Massachussets e nello specifico a Salem ad oggi operante in più di venti Stati ed è ufficialmente riconosciuta dalle pubbliche autorità statunitensi, avvalendosi così dei principali diritti di libertà religiosa sanciti nella costituzione americana, nello specifico del Primo emendamento. Ulteriori leve legali-costituzionali “creative” a favore delle pratiche abortiste vengono auspicate dall’autrice dell’articolo, la quale ripone le sue speranze nell’avvocato, assoldato dal Tempio Satanico, W. James Mac Naughton, la cui specialità sarebbe quella di offrire Soluzioni uniche per problemi unici, qualcosa di simile allo slogan della Locatelli: fa le cose per bene.

Il TST ci tiene comunque a smarcarsi dalla celeberrima Church of Satan fondata negli anni Sessanta da Szandor LaVey. Da quanto si può reperire sul sito ufficiale si evince che il TST sarebbe addirittura la principale organizzazione satanista al mondo, strutturata in congregazioni (capitoli) e “una serie di campagne pubbliche di alto profilo progettate per preservare e promuovere la laicità e le libertà individuali”.

Un’organizzazione religiosa sostenuta non solo da contributi mensili dei propri iscritti/adepti ma capace anche di attrarre importanti donazioni[7], che ruota attorno a dei precetti tanto simili se non a quelli prettamente woke, a quelli dell’universo neo-progressista radicale del Politicamente Corretto: “I Sette Principi Fondamentali del Tempio Satanico, sebbene ispirati ai valori dell’illuminismo del XVIII secolo, sono stati progettati per i tempi attuali, per assistere il moderno satanista nelle nobili imprese. La conoscenza è una pietra angolare della nostra filosofia satanica e spetta ai membri espandere i propri orizzonti.”

Utile, per comprendere il quadro di approccio di posizionamento strategico della stessa organizzazione, l’intervista dell’Irish Times[8] concessa, in piena epoca trumpiana, dal portavoce ufficiale Lucien Greaves e riportata da Emanuele Pietrobon: “[siamo un] movimento che sta combattendo per la decenza umana nell’America di Donald Trump […] progressista, inclusivo, non teista, con una dimensione civica e anti-autoritaria.” E ancora, dalla penna di Pietrobon: “È lo stesso Greaves ad aver svelato uno dei segreti del successo nel fare proselitismo: una strategia mirata, diretta verso la comunità arcobaleno e tutti coloro che sognano un’America che sia agli antipodi di ciò che ha rappresentato Trump. La campagna, numeri alla mano, starebbe funzionando: oltre il 50% dei membri del Tempio Satanico si dichiara proveniente dal mondo lgbt.[9]”

(continua)

https://www.maurizioblondet.it/ma-quante-chic-laborto-satanista-per-cosmopolitan/

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