Mercoledì 13 settembre 2023, presso la Sala della Regina di Palazzo Montecitorio, si è tenuta la presentazione del XXII Rapporto annuale dell’Istituto

La Relazione è stata illustrata dal Commissario straordinario dell’Istituto Micaela Gelera.
La documentazione è al link seguente:

https://www.inps.it/it/it/dati-e-bilanci/rapporti-annuali/xxii-rapporto-annuale.html

L’analisi di Der Einzige:
https://t.me/dereinzigeitalia/847

cito Der Einzige:

INPS: TAGLIARE LE PENSIONI A CHI VIVE DI PIÙ

Il report woke dell’INPS considera “non equo” che le persone che vivono di più abbiano una pensione più alta.

1) IL REPORT DELL’INPS

Si può scaricare cliccando qui
(https://www.inps.it/it/it/dati-e-bilanci/rapporti-annuali/xxii-rapporto-annuale.html),
a p.189 si può vedere come sia proposto di analizzare la pensione in base al lavoro e all’aspettativa di vita.

Dividendo la popolazione in quintili, le aspettative di vita del primo quintile compiuti i 67 anni per i maschi sono 16,3, mentre per chi è nell’ultimo quintile sono 18,9, con 2,6 anni di differenza.

Per le donne la differenza è meno ampia, di 1,7 anni, con 21,6 nell’ultimo quintile e 19,9 nel primo quintile. Dopodiché si calcola l’aspettativa di vita per tipo di lavoro, mostrando che per gli uomini è maggiore per chi svolge lavori nelle gestioni INPDAI (19,7), e la minore è per i lavoratori dipendenti (17,6 FLPD), mentre per le donne l’aspettativa maggiore è per le pensionate liquidate in regime di totalizzazione e cumulo (22,4) e quella peggiore per le lavoratrici dipendenti (20,7).

Le differenze nell’aspettativa di vita raggiungono il massimo confrontando il primo quintile per gli uomini FLPD con l’ultimo quintile INPDAI, che raggiunge 4,9 anni. L’INPS divide anche la longevità per regione, mostrando che per le donne l’aspettativa di vita più alta vi è in Trentino Alto Adige e per gli uomini in Umbria, anche se la differenza col Trentino Alto Adige è minima.

La differenza maggiore è tra gli uomini con il primo quintile della Campania, regione dove si vive di meno, confrontata con l’ultimo quintile dell’Umbria ed è di circa 4 anni. La conclusione che l’INPS (pp.197) trae da ciò, citazione letterale, è:

Come accennato, la presenza di differenze significative è problematica dal punto di vista dell’equità ed anche della solidarietà in quanto l’attuale sistema previdenziale applica al montante contributivo un tasso di trasformazione indifferenziato. Il non tener conto del fatto che i meno abbienti hanno una speranza di vita inferiore alla media risulta nell’erogazione di una prestazione meno che equa a tutto vantaggio dei più abbienti.

2) DI NUOVO IN MEZZO LA FARSA PANDEMICA

I giornalisti hanno sostenuto che l’INPS abbia proposto di togliere soldi dalla pensione a chi vive di più in base al tipo di lavoro o alla regione di residenza per ridistribuirli agli altri (1) (https://www.ilmessaggero.it/economia/news/pensioni_ricalcolo_speranza_vita_lavoro_regione_coefficiente_trasformazione_come_cambia-7643983.html),

(2)
(https://tg24.sky.it/economia/2023/09/21/riforma-pensioni-2024-inps#10),

(3)
(https://www.corriere.it/economia/pensioni/cards/pensioni-piu-basse-chi-vive-piu-proposta-inps-base-impiego-luogo-lavoro/riforma-pensioni-studio-dell-inps_principale.shtml),

(4)
(https://quifinanza.it/pensioni/pensioni-piu-basse-per-chi-vive-di-piu-inps/747259/),

(5) (https://www.ilgazzettino.it/economia/news/pensioni_ricalcolo_speranza_vita_lavoro_regione_coefficiente_trasformazione_come_cambia-7645223.html),

(6)
(https://www.tag24.it/789233-proposta-inps-pensioni-piu-basse-per-chi-vive-di-piu/)).

Non manca chi
(https://www.ilgiornale.it/news/previdenza-e-pensioni/assegno-inps-pi-basso-chi-vive-pi-2214099.html)

.. attribuisce il calo dell’aspettativa di vita media alla covid, dicendo che questo di per sé ha portato ad un aumento delle pensioni. In realtà, la covid non c’entra niente e l’aspettativa di vita è stata ridotta dai veleni sperimentali, come mostrano gli studi sul Giappone e la Germania
(1-b)
(https://t.me/dereinzigeitalia/772),

(2-b)
(https://t.me/dereinzigeitalia/469),

(3-b)
(https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2022.10.13.22281036v2))

dove l’eccesso di mortalità sia non solo negli anziani, ma anche nei giovani, ed è strettamente correlato alla somministrazione delle dosi.

L’eccesso di mortalità in Italia
(https://t.me/dereinzigeitalia/210) del 2020 invece è per il 57% attribuito a cause esterne alla covid, e di questo 57%, il 38% dell’eccesso di mortalità è attribuito ai lockdown.

Siccome la stragrande maggioranza delle morti fatte passare per covid sono dovute ad altre cause
(https://t.me/dereinzigeitalia/458) o al dolo dei medici (https://t.me/dereinzigeitalia/157), la giustificazione per approvare la politica di redistribuzione dell’INPS viene stroncata sul nascere.

CONCLUSIONI

L’INPS smentisce i giornalisti e sostiene che si è limitata a fornire dei dati e che non ha alcun ruolo attivo nella riforma delle pensioni

(1-c)
(https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/pmi/2023/09/21/inps-nessuna-proposta-su-speranza-vita-e-pensioni_8f741586-f01f-4802-8a7a-dd266cceec76.html),

(2-c)
(https://gazzettadelsud.it/articoli/economia/2023/09/21/pensioni-piu-basse-a-chi-vive-di-piu-linps-smentisce-nessuna-proposta-di-riforma-ea797d19-ecbe-4ca1-8703-4d2c4fbec875/)).

Nonostante quella dell’INPS sia solo una proposta e non ha nulla di effettivo, può condizionare le decisioni che prenderà il governo in merito alla riforma delle pensioni in corso. Dicendo che il tasso di trasformazione unico va contro l’equità e la solidarietà si va oltre la descrizione oggettiva e neutrale dei dati: i due termini moralistici hanno una dimensione valoriale-categorica che di oggettivo non ha nulla, ma riflettono l’ideologia della “social justice”. Cioè il socialismo woke che consiste nel tagliare una gamba a chi ne ha due per renderlo uguale a chi ne ha una sola, penalizzando il merito, l’iniziativa privata e discriminando persino in base alla regione in cui si vive.

https://it.wikipedia.org/wiki/Woke_(ideologia)

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